“Infatti gli uomini, sia agli inizi sia nel presente, hanno iniziato a esercitare la filosofia attraverso la meraviglia”. (Aristotele)
Devo ammettere che il 26 settembre del 2022, quando ho iniziato il mio percorso in seminario, con grande “meraviglia” e con il cuore pieno di gioia ho guardato ad una delle “colonne” portanti del nostro percorso formativo di seminaristi: la formazione teologica. Da subito, non mi sono aspettato delle risposte certe, ma aiutato dai miei docenti ho sempre cercato nello studio della teologia di approfondire il grande mistero di Dio, conoscerlo, per viverlo in pieno nell’ordinaria quotidianità della vita. In questo grande mistero riconosco sempre più il volto di Dio padre e la grande bellezza di questo rapporto filiale, un rapporto d’amore.
Comprendere ed accostarsi allo studio della teologia mi porta a ricercare la bellezza della fede, non come atto soltanto razionalistico, ma come un approfondimento che mi auguro sempre di vivere nel concreto della vita quotidiana, insieme ai fratelli. Guardo allo studio della teologia nello spirito del servizio, quello Spirito che ci spinge a condividere e a testimoniare quello che viviamo, cercando di tenere gli occhi fissi su Gesù, testimoniando l’Amore di Dio rivelato, non ai sapienti, ma per i piccoli del mondo.
Mi piace ricordare una frase del servo di Dio, il giudice ucciso dalla mafia, Rosario Livatino, che dice: “Alla fine della vita non ci verrà chiesto quanto siamo stati credenti, ma credibili”. La teologia, aiuta a rispondere alle esigenze e alle questioni del mondo, annunciando sempre Cristo, crocifisso, morto e risorto, che è la pienezza della nostra vita.
Con grande gioia, condivido questo percorso con tanti compagni; molto importante per me è il confronto, che apre sempre una strada fraterna, comunionale e di continua crescita umana e spirituale. Ringrazio il Signore per questo grande dono, sperando di poter crescere sempre di più nella conoscenza del suo amore, ma soprattutto di viverlo là dove il Signore mi dona di vivere e di servire la Chiesa.
Michele Turrisi