In attesa della Giornata Mondiale dei Giovani 2023 di Lisbona,
sabato 19 novembre abbiamo vissuto la GMG diocesana nel chiostro della Facoltà Teologica: una bella occasione per incontrarsi tra giovani, ritrovare amici, compagni di viaggio dalle GMG passate e trasmettere ai più giovani il fatto che certe emozioni sono ancora molto vive, anche se sono passati alcuni anni.
Al termine della serata conviviale, arriviamo però al centro “nevralgico” della GMG: la preghiera in Cattedrale guidata dal nostro Arcivescovo Roberto. Lui ci ha portato a riflettere sul brano del ladrone buono, sulla sua richiesta a Gesù, dando il focus a Gesù, pupilla dell’occhio del Padre, cioè occhio attraverso cui Dio Padre guarda agli uomini, a noi, a me.
Gesù ci guarda con uno sguardo di amore che riesce a perdonare ciò che noi troviamo imperdonabile e inammissibile, con uno sguardo che accoglie anche ciò che noi troviamo inaccettabile; proprio quel Gesù crocifisso, che ci rivela tutto l’amore di cui è capace Dio per gli uomini, anche per i più lontani da Lui.
Spesso capita di pensare che per essere apprezzati e amati non dobbiamo far vedere i nostri limiti, i nostri difetti, il fatto che non siamo così bravi come gli altri immaginano o che per essere apprezzati e amati dobbiamo fare in modo che non emergano quelle parti che ci spaventano di più.
E così finiamo per indossare maschere davanti a chi ci vuole bene, a chi ci circonda, a chi frequentiamo anche tra gli amici…
Il pegno da pagare per poter sentire un po’ di apprezzamento e un po’ di amore, è quello di una certa menzogna, che consiste spesso nel non fare vedere agli altri quella parte di noi che ci sembra meno amabile.
Ma abbiamo potuto riconoscere grazie al nostro Arcivescovo che ci sentiremo davvero apprezzati e amati solo quando avremo la possibilità di presentarci senza maschere, per quello che davvero siamo, senza avere più paura di noi stessi. Finché non ci troveremo davanti a qualcuno che ci può dire «Ti voglio bene» o «Ti amo», conoscendo anche la parte tenebrosa di noi, anche quegli aspetti che vorremmo tenere nascosti, quelle parti che noi stessi facciamo fatica a vedere e amare di noi… non faremo mai l’esperienza autentica dell’ amore.
Solo Cristo riesce a guardarci sempre, in ogni momento con un occhio acceso d’Amore: amore per me e per ognuno di noi.
In attesa dell’incontro di Lisbona, questo può diventare uno spunto importante di riflessione per riconoscerci fragili e per questo speciali agli occhi di Dio e dei fratelli che ci circondano. E arrivare così un giorno a dire, come Olivier Clément, teologo ortodosso, al termine della sua vita: «Finalmente Olivier Clément non ha più paura di Olivier Clément».
Saverio