
don Ferruccio Ceragioli
Cari amici, sono don Ferruccio Ceragioli e dal primo di settembre 2014 sono rettore del Seminario Maggiore di Torino. Questo nuovo impegno non è per me qualcosa di completamente nuovo, anzi sembra quasi che io non riesca a staccarmi dal Seminario. Infatti, quando sono diventato prete, nell’ormai lontano 1995, dopo due anni come viceparroco a Rivoli, sono stato per cinque anni vicerettore del Seminario Maggiore.
E poi per, altri sei anni, sono stato rettore del Seminario Minore e dell’anno propedeutico. Nel frattempo ho iniziato a insegnare Teologia Fondamentale alla Facoltà Teologica e ho fatto per quattro anni l’assistente dell’Azione Cattolica e della GIOC.
E poi ecco arrivare, del tutto inaspettata, la proposta del vescovo Cesare di tornare in Seminario Maggiore come rettore. All’inizio sono rimasto un po’ disorientato; poi, dopo aver pregato e pensato, ho accolto la richiesta dell’Arcivescovo.
In questo momento provo sentimenti diversi, anche contrastanti: preoccupazione, speranza, timore, fiducia, senso di inadeguatezza e tanti altri. Avendo “frequentato” a lungo il seminario so che questo servizio per la diocesi è particolarmente impegnativo; ci sono però tanti motivi che sono fonte di conforto: ne cito solo quattro. Il primo, e decisivo, è la parola di Gesù che abbiamo da poco riascoltato nel vangelo dell’Ascensione: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. Il secondo è il pensiero riconoscente a don Ennio e don Francesco per tutto il lavoro che hanno fatto negli anni scorsi. Il terzo è la serenità di condividere il nuovo impegno con don Giuseppe, il padre spirituale, e don Antonio, il nuovo vicerettore. Il quarto sono i seminaristi: li conosco già tutti, anche a causa della Facoltà Teologica, ed è bello vedere dei giovani che, sentendosi chiamati dal Signore, si orientano verso il ministero a servizio della chiesa e del mondo.

don Antonio Sacco
Quando l’Arcivescovo mi ha chiesto di assumere l’incarico di vice rettore del Seminario sono stato, inizialmente, sorpreso perché non mi aspettavo di essere chiamato a questo compito. Subito dopo però ho iniziato a pensare con gioia e serenità a questa nuova esperienza.
Come sempre quello che ci accade può avere diverse interpretazioni e letture.
Personalmente questa serenità si ricollega ad una fiducia che il Signore è presente nella concretezza delle nostre vite con la sua Grazia. Essa ci permette, se ci apriamo alla sua azione, di superare incertezze e chiusure e mettere sempre più la nostra vita a servizio di Dio.
Credo che gli anni del Seminario possano essere preziosi per crescere nella fede e nell’umanità, per mettersi in gioco nello scoprire se la vita presbiterale possa, in prospettiva, essere adatta a chi vive questa esperienza, per capire quello che è essenziale e quello che può essere lasciato, per concentrarsi sulla Parola, sulla preghiera, e sulla carità.
Questo percorso di crescita chiama in gioco non solo chi è alunno del Seminario, ma anche chi, come me, è chiamato a portare l’esperienza maturata finora come prete a servizio della formazione degli altri. Mi auguro che insieme e grazie a don Ferruccio, a Don Giuseppe e a tutti i seminaristi questo possa avvenire quasi con naturalezza perché è il Signore che mette insieme, unisce, ci fa preti che donano se stessi per il diffondersi del Regno e della sua pace e giustizia.

don Giuseppe Zeppegno
Ciao a tutti, sono don Giuseppe Zeppegno.
Sono prete della diocesi di Torino dal 1986. In questi anni ho svolto diversi incarichi caratterizzati sempre dal numero otto. Sono stato, infatti, 8 anni viceparroco a Volpiano, 8 anni parroco a Marene-Pilone-Boschetto, 8 anni a Santa Margherita in Torino. Ho svolto e svolgo anche attività di docenza presso il Ciclo di specializzazione in teologia morale della Facoltà Teologica e all’ISSR di Torino.
Nel 2012 Mons. Cesare Nosiglia mi ha chiesto di lasciare la parrocchia per assumere il compito di padre spirituale del Seminario. Ho accolto questo delicato compito con una certa trepidazione ma, confidando nella grazia del Signore, ho iniziato questa impresa con serenità e rinnovato impegno. Ogni giorno ringrazio per la bella opportunità che mi è stata data di affiancare con il mio ministero tanti giovani che cercano con serietà le tracce di Dio nella loro vita e si preparano a discernere e rispondere alla sua chiamata. Invoco con loro e per loro lo Spirito perché possano trovare in Dio il senso della loro vita e rendere ricca di significato anche la vita di tanti uomini e donne che incontreranno sul loro cammino.